“Ciò che è selvatico dona la salvezza.”
Mario Rigoni Stern
Gloria è più carnica della sua Carnia. Tenace, precisa, non si è più fermata da quando ha trovato il centro della storia che voleva raccontare con le sue creazioni: portare la magia dei boschi della Carnia nel piatto, in una declinazione squisitamente gourmet e contemporanea.
Non sarebbe ciò che è, forse, senza l’avventura di Masterchef, vissuta anch’essa con il piglio pratico e diretto di chi è da sempre il principale giudice di sé stessa.
In quell’omaggio gastronomico ai Guriuz, folletti scaltri e golosi che abitano i boschi della sua Val d’Incarojo, e nei suoi gnocchi, oggi immancabile proposta del menù, c’era già la grande dichiarazione d’amore alla sua terra.
Un amore che rinnova ogni giorno e che, in un crescendo di fantasia e consapevolezza, oggi si nutre di camomilla, affumicature di larice, fieno di montagna, abete, licheni, lamponi: ingredienti rigorosamente local che Gloria ricerca, coltiva e studia, perché diventino degni protagonisti delle sue narrazioni gastronomiche.
Accanto a lei ci sono Mirco, compagno di vita, complice e insostituibile maître di sala.
E un team che è, prima di tutto, famiglia.
Erbe spontanee, spirito selvatico
I boschi della Carnia sono verdissimi, isolati e incantati. Dominati da montagne spettacolari, venti impetuosi, pendii aspri e una varietà sorprendente di erbe spontanee, cui la gente del posto da sempre lega il suo destino. Un tempo c’erano i cramars, venditori ambulanti di erbe essiccate e frutta secca.
Come loro, Gloria è a suo modo moderna e tenace custode di questo legame. Il suo piccolo rito quotidiano è passeggiare nel bosco, nella rugiada del mattino, assieme al suo fidato lupo Exha. Alla ricerca di erba cedrina, pimpinella, timo serpillo, tarassaco, acetosella, achillea e mille altre erbe che poi, come per magia, prendono vita nei suoi piatti, stagione dopo stagione. Una natura selvatica che Gloria sa addomesticare con passione, eleganza, creatività.
Raccogliere e mangiare erbe officinali è per Gloria un atto di cura ma anche di consapevolezza, di presenza, di crescita personale. Le erbe che porta in tavola le somigliano molto. Difficili da domare, crescono nei tempi e negli spazi adatti a loro. Sono indipendenti come lei. Non hanno bisogno di essere annaffiate o nutrite. E questo le rende anche estremamente resistenti e versatili.
…il resto della storia
Scopritelo da Indiniò.